Spondiloartrite assiale, 40mila giovani con ‘falso’ mal di schiena
Sette anni di ritardo nelle diagnosi, pronta una nuova cura

Al congresso europeo di reumatologia (EULAR) presentati i dati della nuova indicazione per Ixekizumab di Lilly

Questa malattia compare solitamente prima dei 30 anni con sintomi ingannevoli come il mal di schiena e rigidità sempre alla schiena, ma che con il tempo portano nella maggior parte dei casi a disabilità e riduzione della funzionalità. Gli studi della serie COAST confermano che Ixekizumab, anticorpo monoclonale già utilizzato per psoriasi e artrite psoriasica, riduce il dolore e consente una buona qualità di vita ai pazienti, dimostrando anche che una terapia a lungo termine e senza interruzioni per due anni blocca la progressione della malattia rilevabile alla radiografia della colonna vertebrale in quasi il 90% dei pazienti.

Roma, 3 giugno 2021 – Otto su dieci cominciano a star male prima dei trent’anni, con dolore e rigidità al fondo schiena che non passano e vengono scambiati per una semplice lombalgia, che viene curata per mesi o anni soltanto con antinfiammatori non steroidei, antalgici, e/o terapie fisiche: per arrivare alla diagnosi di spondiloartrite assiale, malattia infiammatoria cronica articolare che in Italia colpisce oltre 200.000 pazienti , servono in media 7 anni dall’inizio dei sintomi. Anni in cui la schiena diventa sempre meno flessibile, dalla colonna cervicale fino a quella lombo-sacrale, mentre anche altre articolazioni come anca, spalla, mani e piedi possono essere interessate dalla infiammazione, e quindi diventare dolenti con perdita progressiva della mobilità e compromissione della qualità di vita. Per i pazienti è però in arrivo una nuova arma terapeutica, ixekizumab di Lilly, un antagonista della IL-17A, che è in grado di fermare la progressione radiologica della malattia (sviluppo di sindesmofiti, cioè ponti ossei tra due vertebre, con fusione della colonna vertebrale), oltre che di mantenere l’efficacia nel lungo termine a 2 anni, togliendo persistentemente il dolore infiammatorio alla schiena, e consentendo un continuativo miglioramento della qualità di vita dei pazienti.
I dati sono quelli dello studio COAST-Y, appena presentati al congresso EULAR 2021. Il farmaco, impiegato in pazienti che non rispondono o non possono essere trattati con le cure tradizionali (chiamate inibitori del TNF), aveva già ottenuto ottimi risultati dopo le prime 16 settimane di somministrazione e in misura ancora maggiore dopo un anno, a dimostrazione che l’effetto positivo sulla malattia viene mantenuto nel lungo periodo. Con ixekizumab a 16 settimane fino al 50% circa dei pazienti con spondilite anchilosante mai trattati con farmaci antireumatici modificanti la malattia, fino al 25% circa di quelli già trattati con TNF, e fino al 35% dei pazienti con la forma non radiografica, raggiunge un miglioramento di almeno il 40% dei segni e dei sintomi della malattia (dati COAST-V e W pubblicati su Ann Rheum Dis 2019 e dato COAST-X The Lancet 2019). Nel COAST-Y, la terapia a lungo termine, protratta complessivamente fino a 2 anni, consente inoltre in quasi il 90% dei casi di bloccare o rallentare al massimo la progressione della malattia valutata attraverso radiografia. Continua nel lungo periodo anche l’effetto positivo sul dolore e l’attività di malattia, che resta bassa nel 47% dei pazienti trattati ed è in parziale remissione in un altro 20% dei casi, mentre il 56% dei pazienti ha un miglioramento dei sintomi di almeno il 40%.

“La lombalgia infiammatoria è il primo sintomo della spondiloartrite assiale nella maggior parte dei pazienti (circa 3/4). Purtroppo, in genere viene scambiata per un ‘semplice’ mal di schiena e la diagnosi arriva tardi, spesso quando già c’è una compromissione consistente della funzionalità con fusione della colonna vertebrale che diventa rigida e non flessibile, acquisendo l’aspetto a canna di bambù: non di rado la terapia viene iniziata in fasi già avanzate di malattia – spiega il prof. Carlo Salvarani, direttore della Struttura Complessa di Reumatologia del Policlinico di Modena –. I dati presentati sulla nuova indicazione di questo farmaco, peraltro già ampiamente utilizzato per il trattamento di altre patologie infiammatorie croniche e conosciuto per il buon profilo di sicurezza, sono un’ottima notizia per questi pazienti”.

Lo studio COAST-Y ha coinvolto 773 pazienti con spondiloartrite assiale che hanno raggiunto la remissione di malattia con un trattamento protratto per 52 settimane e sono stati quindi randomizzati a interromperlo o proseguirlo fino a 116 settimane. I dati raccolti con ixekizumab dimostrano che la terapia a lungo termine è ben tollerata e soprattutto che riesce a bloccare la progressione della malattia portando a miglioramenti consistenti e sostenuti a lungo termine nell'attività della malattia e nella qualità della vita in pazienti sia con la forma radiografica che con la forma non-radiografica.

“Questo studio chiaramente dimostra che nella grande maggioranza dei pazienti con spondiloartrite assiale radiologica che hanno assunto ixekizumab per 2 anni non si è avuta alcuna significativa progressione radiologica del danno alla colonna vertebrale, sia nei pazienti ‘naive’ (mai trattati prima, ndr) alla terapia anti-TNF che in quelli già trattati con almeno un anti-TNF – conclude il prof. Salvarani - I dati dei due studi dimostrano quindi che la risposta al trattamento è duratura ed efficace rispetto sia al miglioramento dell’attività di malattia e di qualità di vita che alla inibizione della progressione del danno vertebrale, rafforzando quindi il valore del farmaco già approvato dall’EMA per l’uso nella spondiloartrite assiale sia radiografica che non radiografica”.

Informazioni sul programma di Studi COAST
Il programma COAST comprende tre studi di registrazione, ciascuno della durata di un anno:
- COAST-V in pazienti con Spondiloartrite assiale radiografica attiva (o Spondilite anchilosante) che sono bDMARD-naïve;
- COAST-W in pazienti con Spondiloartrite assiale radiografica attiva (o Spondilite anchilosante) che hanno precedentemente avuto una risposta inadeguata o un'intolleranza agli inibitori del TNF;
- COAST-X in pazienti con Spondiloartrite assiale non radiografica che sono bDMARD-naïve.
Il COAST-Y è uno studio di estensione a lungo termine che arruola pazienti dopo il completamento di uno degli studi di registrazione, a ricevere il trattamento con Ixekizumab per un massimo di altri due anni.

Informazioni su Ixekizumab
Ixekizumab è un anticorpo monoclonale che si lega selettivamente alla citochina interleuchina 17A (IL-17A) e inibisce la sua interazione con il recettore IL-17. IL-17A è una citochina naturale coinvolta nelle normali risposte infiammatorie e immunitarie. Taltz inibisce il rilascio di citochine e chemochine pro-infiammatorie.

Eli Lilly and Company
Lilly è un’azienda leader a livello globale nel settore sanitario, capace di coniugare la cura dei pazienti con la ricerca al fine di migliorare la vita delle persone di tutto il mondo. Fondata oltre un secolo fa da un uomo determinato a realizzare farmaci di alta qualità che rispondessero a esigenze reali, l’azienda rimane ancora oggi fedele a questa mission in ogni sua attività. In tutto il mondo, il personale di Lilly lavora per scoprire e mettere a disposizione delle persone che ne hanno bisogno farmaci in grado di cambiare la loro vita, per ampliare le conoscenze e migliorare la gestione delle malattie, e per contribuire al benessere delle comunità attraverso attività filantropiche e di volontariato. Per ulteriori informazioni su Lilly, consultare i siti www.lilly.it

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