Terapie COVID-19: Lilly annuncia un accordo con la Commissione europea per la fornitura degli anticorpi monoclonali bamlanivimab ed etesevimab

L’accordo consente ai Paesi europei di acquistare direttamente bamlanivimab ed etesevimab da Lilly per fornire un accesso rapido ed equo a questi trattamenti.

INDIANAPOLIS, 21 settembre 2021 – Eli Lilly ha annunciato oggi un accordo con la Commissione Europea per la fornitura di bamlanivimab and etesevimab per il trattamento del COVID-19 confermato in pazienti in età pari o superiore a 12 anni che non richiedono ossigeno supplementare e sono a maggior rischio di progredire a malattia grave. Questo accordo aiuta a fornire un accesso rapido ed equo ai trattamenti consentendo ai Paesi dell’Unione Europea e dello Spazio Economico Europeo di acquistare i prodotti direttamente da Lilly, a seguito dell’approvazione nazionale per l’uso in emergenza o dell’autorizzazione all’immissione in commercio a livello europeo.

Questo accordo fa seguito al parere scientifico (https://investor.lilly.com/news-releases/news-release-details/ema-issues-advice-lillys-bamlanivimab-ly-cov555-alone-and) ai sensi dell’articolo 5(3) del regolamento 726/2004 emesso dal Comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell'Agenzia europea per i medicinali (EMA) a marzo a sostegno dell'uso di questi anticorpi come trattamento del COVID-19 in pazienti di età pari o superiore a 12 anni. Il parere scientifico del CHMP supporta il processo decisionale nazionale all'interno degli Stati membri dell'UE sull'uso dei trattamenti prima che venga concessa un'autorizzazione formale all'immissione in commercio, durante un'emergenza di salute pubblica.

"Bamlanivimab ed etesevimab hanno svolto un ruolo importante nella lotta contro il COVID-19, aiutando centinaia di migliaia di pazienti in tutto il mondo", afferma Alfonso Zulueta, Vicepresidente e Presidente di Lilly International. "Lilly è lieta di aver raggiunto questo accordo con la Commissione europea che dà la possibilità ai Paesi europei di accedere rapidamente a queste opzioni di trattamento salvavita per i pazienti con COVID-19, soprattutto perché le varianti come quella Delta continuano a crescere".

I dati preclinici hanno dimostrato che bamlanivimab ed etesevimab somministrati insieme mantengono l'attività di neutralizzazione contro le varianti attualmente in circolazione in molti Paesi, tra cui Delta e Alpha. Sulla base dell'elevata trasmissibilità della variante Delta, attualmente oltre il 90% delle nuove infezioni da COVID-19 nell'UE/SEE è stato identificato come causato dalla variante Delta.
Bamlanivimab in combinazione con etesevimab è disponibile in via di emergenza in 15 Paesi in tutto il mondo per il trattamento del COVID-19.

Lilly non prevede un impatto sulle linee guida 2021.

Informazioni sull’uso autorizzato in Italia e note importanti sulla sicurezza
Gli anticorpi monoclonali non hanno ancora ricevuto l'approvazione dell'Agenzia europea per i medicinali (EMA).

L'associazione di anticorpi monoclonali bamlanivimab-etesevimab è stata autorizzata in Italia in via temporanea con Decreto del Ministro della salute 6 febbraio 2021 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’8 febbraio 2021, n. 32, e con Decreto del 12 luglio 2021 (GU n 180 del 29/07/2021).

La distribuzione dei medicinali è effettuata dal Commissario straordinario per l'attuazione e il coordinamento delle misure di contenimento e contrasto dell'emergenza epidemiologica COVID-19 di cui all'art. 122 del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, secondo modalità e procedure dallo stesso definite.
Bamlanivimab ed etesevimab in associazione sono indicati per il trattamento della malattia da coronavirus 2019 (COVID-19) lieve o moderata, negli adulti e adolescenti di età pari o superiore a 12 anni che non necessitano di ossigenoterapia supplementare per COVID-19 e che sono ad alto rischio di progressione a COVID-19 severa.

Si definiscono ad alto rischio i pazienti che soddisfano almeno uno dei seguenti criteri:
• indice di massa corporea (Body Mass Index, BMI) ≥30, oppure >95° percentile per età e per genere
• insufficienza renale cronica, incluse dialisi peritoneale o emodialisi
• diabete mellito non controllato (HbA1c>9,0% 75 mmol/mol) o con complicanze croniche
• immunodeficienza primitiva o secondaria
• età >65 anni
• malattia cardio-cerebrovascolare (inclusa ipertensione con concomitante danno d’organo)
• broncopneumopatia cronica ostruttiva e/o altra malattia respiratoria cronica (ad es. soggetti affetti da asma, fibrosi polmonare o che necessitano di ossigenoterapia per ragioni differenti da SARS-CoV-2)
• epatopatia cronica [Con seguente box di warning: “gli anticorpi monoclonali non sono stati studiati in pazienti con compromissione epatica moderata o severa”.]
• emoglobinopatie
• patologie del neurosviluppo e patologie neurodegenerative

COVID-19 deve essere di recente insorgenza (e comunque da non oltre 10 giorni) e confermata da positività di esame virologico diretto per SARS-CoV-2. Il trattamento è possibile oltre i 10 giorni dall’esordio solo in soggetti con immunodeficienza che presentino: sierologia per SARS-COV-2 negativa e prolungata positività al tampone molecolare.

Nessun beneficio clinico è stato osservato con l’associazione bamlanivimab ed etesevimab nei pazienti ospedalizzati per COVID-19. Pertanto, bamlanivimab ed etesevimab in associazione non devono essere usati in pazienti che:
• sono ospedalizzati per COVID-19
• ricevono ossigenoterapia per COVID-19
• necessitano, a causa di COVID-19, di un aumento del flusso di ossigenoterapia cronica già in atto per comorbilità preesistente.

Ipersensibilità
Con bamlanivimab ed etesevimab somministrati insieme si sono verificate gravi reazioni di ipersensibilità. Se si verificano segni e sintomi di una reazione di ipersensibilità clinicamente significativa, interrompere immediatamente la somministrazione e iniziare una terapia appropriata.

Reazioni correlate all’infusione
Con la somministrazione di bamlanivimab ed etesevimab insieme sono state osservate reazioni correlate all'infusione. Queste reazioni possono essere severe o potenzialmente letali.
In caso di reazione correlata all’infusione, considerare di rallentare o interrompere l’infusione e somministrare cure di supporto.

Peggioramento clinico dopo la somministrazione di bamlanivimab
È stato riferito un peggioramento clinico di COVID-19 dopo la somministrazione di bamlanivimab da solo. I segni o sintomi possono includere febbre, ipossia o aumento della difficoltà respiratoria, aritmia (per es. fibrillazione atriale, tachicardia sinusale, bradicardia), stanchezza e alterazione dello stato mentale. Alcuni di questi eventi hanno richiesto il ricovero in ospedale. Non è noto se questi eventi fossero correlati all’uso di bamlanivimab o se siano dipesi dalla progressione di COVID-19.

Effetti indesiderati
Sono in corso studi clinici per valutare la sicurezza di bamlanivimab ed etesevimab. Per le precauzioni d’uso vedere paragrafo 4.4.

Riassunto del profilo di sicurezza
Circa 1 500 soggetti sono stati esposti a bamlanivimab ed etesevimab somministrati insieme negli studi clinici in pazienti ambulatoriali (non ospedalizzati) ai dosaggi di bamlanivimab 700 mg ed etesevimab 1 400 mg o dosaggi più alti. Più di 3 900 soggetti hanno ricevuto bamlanivimab (da solo o con etesevimab) a dosaggi compresi tra 700 mg e 7 000 mg. Bamlanivimab ed etesevimab ai dosaggi di 700 mg e 1 400 mg sono stati somministrati insieme a circa 770 soggetti.

La sicurezza di bamlanivimab ed etesevimab somministrati insieme è basata sui dati provenienti dallo studio di Fase 2/3 BLAZE-1 in soggetti ambulatoriali con COVID-19. La dose è bamlanivimab 700 mg ed etesevimab 1 400 mg somministrati insieme.
BLAZE-1 è uno studio randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo, in setting ambulatoriale in soggetti adulti con sintomi di COVID-19 da lieve a moderato, la cui raccolta del campione per la determinazione della prima positività dell’infezione virale da SARS-CoV-2 era avvenuta entro i 3 giorni precedenti l’inizio dell’infusione.

Utilizzo in popolazioni specifiche
Gravidanza
I dati relativi all’uso di bamlanivimab ed etesevimab in donne in gravidanza non esistono o sono in numero limitato. Gli studi sugli animali sulla tossicità riproduttiva non sono disponibili, tuttavia in uno studio di reattività crociata nei tessuti condotto su tessuti fetali umani con bamlanivimab ed etesevimab, non sono emersi legami di interesse clinico. È noto che gli anticorpi umani del tipo immunoglobuline G1 (IgG1) attraversano la barriera placentare; pertanto, è possibile che bamlanivimab ed etesevimab siano trasmessi dalla madre al feto in fase di sviluppo. Non è noto se il potenziale trasferimento di bamlanivimab o etesevimab determini un qualche vantaggio o rischio legato al trattamento per il feto in fase di sviluppo. Bamlanivimab ed etesevimab devono essere somministrati in gravidanza solo se i potenziali benefici superano i potenziali rischi per la madre e per il feto tenendo conto di tutti i fattori di salute associati.

Allattamento
Non sono disponibili dati sulla presenza di bamlanivimab o etesevimab nel latte materno umano o animale, né sui loro effetti in bambini allattati con latte materno o sulla produzione di latte. È noto che le IgG umane sono escrete nel latte materno durante i primi giorni dopo la nascita e diminuiscono a basse concentrazioni subito dopo. Si devono valutare i benefici dell’allattamento al seno per lo sviluppo e la salute del bambino unitamente alla necessità clinica della madre di ricevere bamlanivimab ed etesevimab, oltre ad eventuali effetti avversi potenziali sul bambino allattato al seno derivanti da bamlanivimab ed etesevimab o dalla patologia materna sottostante. Le donne affette da COVID-19 che allattano con latte materno devono seguire le procedure indicate dalle linee guida cliniche per evitare di esporre il neonato a COVID-19.

Bamlanivimab
Bamlanivimab è un anticorpo monoclonale ricombinante, neutralizzante IgG1 (Mab) diretto contro la proteina spike di SARS-CoV-2. È progettato per bloccare la carica virale e l'ingresso nelle cellule umane, neutralizzando così il virus, potenzialmente trattando il COVID-19. Bamlanivimab è nato dalla collaborazione tra Lilly e AbCellera per creare terapie anticorpali per la prevenzione e il trattamento del COVID-19. I ricercatori della Lilly rapidamente hanno sviluppato l’anticorpo in meno di 3 mesi dalla sua scoperta da parte di AbCellera e dei ricercatori presso il National Institute of Allergy and Infectious Diseases (NIAID) Vaccine Research Center. L’anticorpo è stato identificato da un campione di sangue di uno dei primi pazienti americani guariti da COVID-19.

Lilly ha completato con successo studio di fase 1 su pazienti ricoverati con COVID-19 (NCT04411628). È anche in corso in ambiente ambulatoriale uno studio di Fase 2/3 in persone a cui è stata recentemente diagnosticato il COVID-19 (BLAZE-1, NCT04427501). I risultati di Fase 2 sono stati pubblicati sul New England Journal of Medicine e The Journal of the American Medical Association. Lo studio di Fase 3 per la prevenzione del COVID-19 nei residenti e nel personale delle strutture di assistenza di lunga degenza (BLAZE-2, NCT04497987) è in corso. Inoltre, Bamlanivimab è testato nello studio ACTIV-2 condotto dall’NIH (National Institute of Health) in pazienti ambulatoriali affetti da COVID-19.

Etesevimab
Etesevimab (LY-CoV016, noto anche come JS016) è un anticorpo monoclonale neutralizzante completamente umano ricombinante, che si lega specificamente al dominio di legame del recettore della proteina spike di superficie di SARS-CoV-2 con alta affinità e può bloccare il legame del virus con il recettore ACE2 sulla superficie della cellula ospite. Mutazioni puntiformi sono state introdotte nell'anticorpo IgG1 umano nativo per mitigare la funzione effettrice. Lilly ha ottenuto la licenza per etesevimab da Junshi Biosciences dopo che è stato sviluppato congiuntamente da Junshi Biosciences e Institute of Microbiology, Chinese Academy of Science (IMCAS). Junshi Biosciences guida lo sviluppo in Cina, mentre Lilly guida lo sviluppo nel resto del mondo.
Lilly ha completato con successo uno studio di Fase 1 (NCT04441931) su etesevimab in volontari statunitensi sani per valutare la sicurezza, la tollerabilità, la farmacocinetica e l'immunogenicità. È in corso uno studio di fase 2/3 su persone a cui è stato recentemente diagnosticato COVID-19 in ambito ambulatoriale (BLAZE-1, NCT04427501). I risultati di Fase 2 del studio BLAZE-1 sono stati pubblicati sul New England Journal of Medicine and The Journal of the American Medical Association. Junshi Biosciences ha completato uno studio simile di Fase 1 su volontari sani in Cina e ha avviato studi di Fase 1b / 2 su pazienti COVID-19 a livello globale.

L’impegno di Lilly contro il COVID-19
Lilly sta mettendo in gioco tutta la sua competenza scientifica e medica per contrastare la pandemia da Coronavirus in tutto il mondo. Alcuni medicinali attualmente commercializzati di Lilly sono attualmente studiati per comprenderne il loro potenziale trattamento nelle complicanze da COVID-19 e l’azienda sta collaborando con altre società partner per scoprire e sviluppare nuovi anticorpi terapeutici per COVID-19.

Eli Lilly
Lilly è un’azienda leader a livello globale nel settore sanitario, capace di coniugare la cura dei pazienti con la ricerca al fine di migliorare la vita delle persone di tutto il mondo. Fondata oltre un secolo fa da un uomo determinato a realizzare farmaci di alta qualità che rispondessero a esigenze reali, l’azienda rimane ancora oggi fedele a questa mission in ogni sua attività. In tutto il mondo, il personale di Lilly lavora per scoprire e mettere a disposizione delle persone che ne hanno bisogno farmaci in grado di cambiare la loro vita, per ampliare le conoscenze e migliorare la gestione delle malattie, e per contribuire al benessere delle comunità attraverso attività filantropiche e di volontariato. Per ulteriori informazioni su Lilly, consultare i siti www.lilly.com e www.lilly.com/news.

Per maggiori informazioni:

Lilly
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Ufficio stampa Pro Format Comunicazione
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